01-07-2004, inizi di luglio di un’estate di quattordici anni fa. 10-04-2018, primavera odierna, quindici giorni fa. Apparentemente, sembrano due date qualsiasi. In effetti lo sono anche se, a pensarci bene, qualcosa in comune ce l’hanno: la sera di quel primo giorno di luglio, così come quella di due settimane fa, l’Europa calcistica ha assistito a due imprese sportive, diverse tra loro ma accomunate da…un ruolo e una maglia.
10-04-2018. La Roma si gioca l’accesso alle semifinali di Champions League. Dopo la scoppola dell’andata servirebbe un miracolo per passare il turno: battere 3-0 il marziano Messi e il suo Barcellona. L’impresa sembra proibitiva alla vigilia, stando a quanto asseriscono addetti ai lavori e non. Tuttavia i giocatori ci credono. E fanno bene. La Roma va due volte in vantaggio, con Dzeko e De Rossi su rigore. L’Olimpico è una bolgia, la Roma giallorossa comincia a sognare. Ci vorrebbe un altro goal.
Minuto 82, calcio d’angolo per la Roma. Dalla destra, sul pallone va il turco Under. Parabola a rientrare, taglio sul primo palo, colpo di testa e…Roma nella storia. L’ultima firma sull’impresa, come spesso succede, è quella di un greco: Kostas Manolas. Il difensore ex Olympiacos, con la sua zuccata vincente consegna ai suoi la chiave per la porta verso il paradiso calcistico-europeo: le semifinali di Champions League. L’epica si è consumata. La Lupa sogna ad occhi aperti. Dall’Olympiacos all’Olimpico, il passo è breve.
Eppure l’ho già vista da qualche altra parte. Ho come l’impressione di averla già vista. Come quando guardi un film che non ricordi bene, ma rammenti qualche scena, uno spezzone che richiama qualcosa. Sì, l’ho già vista. Adesso ho capito.
01-07-2004. La Grecia del vate tedesco Otto Rehhagel sta battendo in fila le grandi Nazionali europee. Dopo aver battuto il Portogallo nella gara d’apertura di Euro 2004 ed eliminato la Francia Campione in carica ai quarti, in semifinale affronta una delle favorita per la vittoria finale: la Repubblica Ceca dell’ultimo Pallone D’Oro Pavel Nedved. Una Nazionale piena di talento, tecnicamente superiore alla Grecia. L’impresa sembra proibitiva alla vigilia, stando a quanto asseriscono addetti ai lavori e non. Eppure la partita non si schioda dallo 0-0. Si va ai supplementari.
Minuto 105, sta per scadere il primo tempo supplementare. Calcio d’angolo per la Grecia. Dalla destra, sul pallone va il greco Tsiartas. Parabola a rientrare, taglio sul primo palo, colpo di testa e…Grecia nella storia. La firma in calce sul passaggio del turno è di un difensore greco che gioca nella Roma: Traianos Dellas. Vige la regola del Silver Goal, per cui essendo una squadra in vantaggio al termine del primo tempo supplementare, il secondo non si disputerà. La Nazionale greca vola in finale, continuando il proprio sogno. Successivamente gli eroi greci concluderanno la loro favola sollevando il trofeo in faccia ai padroni di casa portoghesi, sovvertendo le leggi del calcio per un’estate.
Da Dellas a Manolas, da un centrale greco ad un altro, da un romanista ad un altro, da un underdog all’altro. Stessa dinamica, stessa posizione, stesso finale. Stasera la Roma si gioca l’ingresso alla Finale di Kiev. In semifinale se la vedrà con il Liverpool, per tanti, la squadra favorita. La storia del calcio, recente e non, ci ha dimostrato che Davide può battere Golia. Chissà, magari la Roma passerà il turno, ancora una volta con un goal di un difensore centrale greco, come in un’altra semifinale europea di quattordici anni fa. Perché no? Perché smettere di sognare?
A volte, i miracoli, succedono. Dellas lo sa. E anche Manolas, che a tredici anni vide la sua Nazionale raggiungere il gradino più alto in Europa. In barba ai pronostici. Di addetti ai lavori e non.