Ottimizzare. Ottimizzare. OTTIMIZZARE. Un verbo; da seguire più che da leggere, quasi fosse un dogma religioso. Per gli studenti di Ingegneria Gestionale, in parte, è così.
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Omaggio a Paolo Cannavaro
Roma, quartiere Casetta Mattei, 30 dicembre 2017 “Ciao, ce l’hai fatta!” “Sono partito un po’ tardi, ma sono in tempo per il pranzo, no?” “Siii, ti abbiamo aspettato. Vieni, è pronto”. Il risotto con gamberi e zucchine mi aspetta. Dopo due ore e mezza di auto, una volata Napoli-Roma senza spuntini, ho una fame da lupi. Mi siedo e solo adesso do un’occhiata alla TV. C’è Roma-Sassuolo. Ho un sussulto. “Diamine, oggi è l’ultima del Capitano!”. Nel marasma del viaggio e dei preparativi per capodanno me ne sono completamente dimenticato. Meno male che riusciamo a vederla. Sarà l’ultima volta che vedrò Paolo Cannavaro in campo. Non riesco a crederci. Anche…
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Un viaggio lungo dieci anni. Centosedici volte Marek. Su la cresta, capitano.
Un paio di mesi fa stavo riassettando nella mia stanzetta. “Riassettare” è un parolone. In camera mia vige il caos dal primo giorno in cui ci ho messo piede. Sono un accumulatore seriale di qualsiasi cosa. Cerco di mettere da parte ogni oggetto, ogni cosa che mi ricordi un momento, un’emozione: faccio fatica a disfarmi delle cose. Eppure, qualche volta, questa mia insana abitudine mi restituisce qualcosa, talvolta regalandomi un sorriso, altre volte una vera e propria gioia. Come quel giorno di due mesi fa, quando ho deciso che dovevo “riordinare” la camera o almeno tentare di. In un mobiletto portaoggetti –o sarebbe meglio dire accumula-cianfrusaglie-, in fondo a tutto,…
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La macchina del tempo di Wayne
Qualche giorno fa, un amico mi ha taggato in un video su facebook, di quelli classici che girano sul web, a tema calcistico, con grandi giocate e/o prodezze individuali. La clip mostrava un goal di Wayne Rooney , dalla distanza, siglato nel giorno del suo nuovo esordio con la maglia dell’Everton, durante un’amichevole in Tanzania. Il nuovo esordio sì, precisamente il secondo. Perché Wazza calcisticamente nasce proprio lì, sulla sponda blu di Liverpool. Un dettaglio mi ha impressionato: la dinamica della realizzazione. Perché? Perché è dannatamente simile ad un goal che avevo già visto. Premete Pausa però. Riavvolgiamo il nastro per un attimo (mai espressione fu più appropriata). A volte…
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Il seme che Rafa piantò a Napoli…
Il Napoli di Sarri è figlio di un seme trapiantato da Rafa Benitez. A livello di filosofia di gioco e, ancor di più, a livello di “uomini”. L’ossatura della rosa del vate di Figline è composta perlopiù dai figli che il buon padre Rafa seppe portare al cospetto del Vesuvio. Reina, Albiol, Koulibaly, Mertens, quello col 9 che è andato a Torino, Callejon…sono tutti calciatori che, senza l’intercessione di Don Rafè, difficilmente avrebbero indossato la maglia azzurra. ìEmbed from Getty Images Rafa Benitez è andato via da Napoli dopo due stagioni. Nei suoi anni a Fuorigrotta ha saputo dividere la piazza come, forse, nessun altro: spaccata, divisa a metà, tra…